venerdì 3 agosto 2012

Low-cost, no-cost: l'era della gratuità per sopravvivere o forse per vivere meglio

Ciao a tutti,

ricompaio dopo una lunga assenza, ma con il piacere di scrivere di ciò che mi piace.
Avete notato come dal low-cost si è passati al no-cost? Si moltiplicano in rete e fuori, esempi di come si possa vivere non spendendo neanche un euro, avendo di contro la stabilità di un sistema che non soffre gli alti e bassi dello spread e nemmeno quelli della simpatica signora Merkel.
Ma come si fa a resistere all'ultima novità tecnologica o alla maglietta griffata! Sembra difficile in realtà basterebbe vedere come ognuno di noi  riesce ad accumulare una montagna di abiti, accessori, oggetti vari che vanno a popolare cantine, ripostigli, ma anche sacchi che gettiamo nei contenitori di raccolta sparsi in giro per la città oppure portiamo ai mercativi dell'usato.
Il valore di queste merci che potrebbero essere scambiate ammonta a 12 miliardi di dollari, secondo le stime dell'International Reciprocal Trade Association, l'organizzazione degli "operatori del baratto" statunitensi.
Il baratto sta conquistando spazi di mercato sempre più imponenti migrando, come ogni tendenza che si rispetti, da oltreoceano in Europa, tanto che si comincia a parlare di freeconomy.
Il bartering non è solo uno strumento per privati, ma anche per quelle aziende che non hanno liquidità da investire eppure hanno bisogno di merci o servizi.
Un'economia parallela che mostra in modo lampante i disastri e l'incapacità dell'economia basata sul denaro.
Eppure in Italia abbiamo avuto esempi sporadici in passato di come questo sistema sia funzionale, la banca del tempo per esempio, in cui scambiare servizi e competenze prevalentemente, ovvero farsi imbiancare casa, scambiando lezioni di inglese.
Il baratto valorizza gli oggetti che riacquistano una loro funzione, magari diversa da quella originale, ed emergono a nuova vita insieme alla capacità e creatività di chi li ha creati e usati.
Insomma dalla civiltà del consumo compulsivo a quella del riuso, interpretata al meglio dai giovani designers che hanno conquistato l'ultima edizione del Salone del Mobile di Milano.
A parte poi la questione puramente economica, le attività di scambio hanno anche una funzione sociale, tenendo vive comunità e quartieri secondo il modello del garage market americano.
Alcuni esempi in rete? Eccoli qua.
http://natural-mente-stefy.blogspot.it/, come vivere con 5 euro al giorno, in prima pagina trovate come realizzare una paletta da un contenitore di detersivo.
www.zerorelativo.it, la prima comunità italiana dei barattatori
www.e-barty.it, il primo social sul baratto

Adesso provateci anche voi!

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