lunedì 4 giugno 2012

Maglia e dintorni

Conoscevo i Knitcafè, quello che non sapevo e che anche i Knitters addicted hanno un loro social, Ravelry.com.
Ora, non vorrei andare controcorrente, ma temo che la tendenza non sia quella di condividere svariati hobby (in teoria ognuno potrebbe avere il proprio social network di riferimento), bensi quella di una corsa al "chi raggiunge il maggior numero di iscritti", per poi vedere queste community cadere brevemente in disuso, in una sequela di esperimenti falliti.
Ma cosa si vuole inseguire? Un capitale umano fatto da utenti che usano la rete come un luogo dove incontrare gli amici, trovare la vacanza, andare al cinema, comprare il palmare di ultima generazione. Utenti sempre più profilati dall'occhio vigile di Google che segue pedissequamente i nostri movimenti, ciò che visitiamo, cosa guardiamo, con chi interagiamo.
Comunque mi sono iscritta, anche io sono una Knitter, anche se il tempo è sempre poco, vi aggiornerò su questa community, appena capisco come funziona!

2 commenti:

  1. Ah, bè se non lo sai!!!! Immaginati seduto su una sedia a dondolo, sotto un portico americano stile Via Col Vento, con i mano un paio di ferri, mentre lavori la lana del tuo colore preferito (beige coloniale), invecchiando serenamente.
    A parte gli scherzi, secondo recenti studi, fare la maglia (e lo stanno imparando anche gli uomini) è terapeutico, aiuta a scaricare le tensioni, concentrandosi su un artefatto manuale. In più ci sono gli indubbi vantaggi di condividere una passione insieme ad un gruppo di persone con le quali stabilire rapporti empatici. E ora aspetto un commennto alla Emilio che mi farà sganasciare dalle risate!

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